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Il 6 aprile del 2009 un violento sisma colpisce la città dell'Aquila, in Abruzzo. Sulla scena del disastro attori diversi incrociano visioni diverse del dramma e della sua riparazione: abitanti, soccorritori, amministratori locali, rappresentanti del governo centrale, forze armate e forze dell'ordine, esperti e tecnici della ricostruzione. Il caleidoscopio nebuloso delle visioni, che prende corpo ancora prima dello shock sismico, accompagna la ricerca di risposte possibili alle morti, ai crolli, alla perdita della città. I disastri stravolgono il tessuto sociale, mettono in crisi i rapporti di potere a vari livelli, ridefiniscono il legame degli abitanti con i luoghi obbligandoli a continue ri-locazioni identitarie. A partire dalle trasformazioni tanto repentine quanto traumatiche che una catastrofe scatena in un territorio, in questo caso quello aquilano, irrompendo con violenza nella sua storia, nelle sue dimensioni sociali, spaziali e culturali, il volume propone una ricostruzione del complicato mosaico dei punti di vista, delle percezioni, delle rappresentazioni soggettive della catastrofe. Le memorie individuali e collettive dell'evento costituiscono la fonte principale. Nelle narrazioni plurime del sisma emergono i margini lasciati alla resilienza; i significati, diversi, dei luoghi; i punti di non ritorno.